Radici: il libro sulla storia approfondita del Reiki

⚠️  Dicembre 2024: il libro è stato rivisto in una terza edizione rinnovata in ogni aspetto, più corposa ed arricchita di nuovi contenuti. ⚠️

“Radici: storia approfondita del metodo Reiki” è il frutto di un intenso lavoro di ricerca finalizzato a:

    1. far ordine sulla storia del Reiki, ripulendola dai tanti elementi inaccurati e dandole coesione;
    2. approfondire quei passaggi (spesso trasmessi in modo sbrigativo) che meriterebbero maggiori attenzioni poiché importanti per comprendere come il Reiki si sia sviluppato nel tempo, tra continenti diversi.

II risultato ti offre una visione chiara e coesa sulle origini del Reiki, ripulita dalle imprecisioni che ancora circolano sull’argomento e curata nella forma, in modo che leggerla sia al contempo piacevole ed arricchente.

Quanto trovi nel libro è una storia avvincente che attraversa più di un secolo e ti permette di risponder a domande quali:

    • il Reiki Ryoho inizia davvero con Usui o era già presente in Giappone, in altre forme?
    • Mikao Usui è nato proprio il 15 agosto o andrebbero riviste le date?
    • come è composta la famiglia di Usui e come arriva, questi, alla meditazione sul monte Kurama?
    • come sono venuti a conoscenza del Reiki personaggi fondamentali quali Hayashi, Takata e Yamaguchi?
    • con che princìpio di fondo si è sviluppato il Reiki?
    • com’era questo metodo alle sue origini ed in cosa, nel dettaglio, si è modificato diffondendosi in occidente?
    • quale è il significato dei kanji più importanti del metodo Reiki?

…e tante altre ancora!

Tornare alle origini del Reiki (risalendo solo a fonti attendibili) è a mio parere un cammino imprescindibile per chiunque desideri andare nel profondo di questa pratica di meditazione, riequilibrio energetico e crescita spirituale: la ricompensa, oltre alla chiara visione globale acquisita, è anche un sentimento di appartenenza ad una grande famiglia alla continua riscoperta di una profonda connessione con l’Universo e le sue forme di vita.

Buon viaggio, dunque! ☀️
Enrico.

Reiki e Counseling: da Usui a Rogers, un arricchente incrocio di percorsi

(Nota: articolo in originale pubblicato qui)

 

Il cammino verso la conoscenza di uno strumento, di una tecnica, procede per quella che è la mia esperienza attraverso un lento affinamento quotidiano: tendo a sentire lontani concetti quali “la piena padronanza”, il “sentirsi arrivati”.
Ricordo accadde già qualche anno fa, nel campo della fotografia: sapevo di non esser più agli inizi, annotavo progressivi miglioramenti quotidiani ma (consapevole la strada intrapresa non avesse fine) portavo in me questo sentire d’esser “sempre in cammino”.

La bellezza del sentirsi in cammino, in lento arricchimento quotidiano, mi accompagna ancora oggi tanto nelle Arti Visive quanto nelle pratiche della Consulenza Relazionale e del Reiki.
È un concetto che ritrovo inoltre anche nella scuola di Reiki scelta, Komyo ReikiDo, che ha come motto:

誉められても, (anche se lodato),
貶されても, (anche se criticato),
平然と歩め, (con calma prosegui il cammino),
歩め! (prosegui il cammino, vai!)

In cammino, semplicemente, senza che critiche troppo aspre rallentino il tuo incedere o lodi gonfino il tuo ego.
In cammino, oggi un po’ più in là di ieri, ascoltando la tua “Voce Interiore” per confermare la direzione scelta ad ogni passo:
per modularne l’andatura, allineandola al tuo sentire.
In cammino, sapendone apprezzare ogni giorno l’esperienza: un’esperienza che, interiorizzata, avrà peso specifico maggiore di idee, introietti, autoconvinzioni limitanti.
In cammino come a casa, poiché il cammino diviene familiare quando gli incroci che ti presenta riescono ad esser da te letti come conferme: come opportunità di arricchimento, piuttosto che vincolanti scelte da compiere.

 

“Il cammino diviene familiare quando gli incroci che ti presenta riescono ad esser da te letti come conferme, come opportunità di arricchimento”

Così è accaduto, percorrendo la via del Counseling e quella del Reiki, di lasciarmi sorprendere da piacevoli e fertili intersezioni tra questi due strumenti: di un paio di queste, riguardanti la sospensione del giudizio e l’empatia, vorrei parlarti oggi.

Il giudizio è visto nel Counseling come una tra le più grandi barriere alla comunicazione, al “contatto” con il Cliente.
La propensione al facile giudizio (secondo la lettura di Carl Rogers) ha le sue radici nel timore che, accettando incondizionatamente l’altro, possa avvenire un cambiamento anche in noi stessi: si giudica, quindi, per non correre il rischio che l’incontro con l’altro possa in qualche modo cambiarci, portarci a rivedere valori, prospettive o sicurezze acquisite.
Quando sospendo il giudizio nei confronti di chi ho di fronte apro quindi da un lato la strada all’empatia e, dall’altro, stimolo la forza di autorealizzazione che già esiste nella persona con cui mi sto relazionando.

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