Pagine del cuore: libri che sono rimasti con noi

Le pagine del cuore restano con ed in noi

Quest’articolo nasce per accogliere una vostra richiesta: quella di conoscere i testi più significativi con cui abbiamo cominciato a maturare l’idea di un percorso che ci ha portati, negli anni, qui ad Arcieri di Luce.
Un processo oggi ancora in atto, poiché riteniamo quello della crescita personale un cammino lungo quanto una vita: un cammino con le sue pause, le sue meraviglie, le sue gioie e le sue erte salite.
Un cammino per il quale i libri che troverai qui sono stati per noi sagge guide e toccanti compagnie: bussole affidabili e muse ispiratrici.
Se siamo qui ad accompagnarti come Arcieri di Luce, in una qualche inquantificabile misura, lo dobbiamo anche a loro.

Con l’augurio che tu possa trovare, tra le loro pagine, qualcosa che ti scaldi il cuore ed illumini il cammino: così, almeno, è stato per noi.

Da Enrico e Loredana, a te dunque l’augurio di una buona lettura ed un cammino in buona compagnia.

 

 

· «Das Kind in Dir muss Heimat finden» – Stephanie Stahl (Enrico)
Non farti spaventare dal titolo in tedesco, il libro è stato tradotto anche in Italiano (te ne parlo qualche riga più giù): qui ho scelto di lasciare il titolo originale poiché questo testo rappresenta per me il primo consapevole passo verso quel cammino di crescita di cui ti ho parlato in apertura, un passo che ho compiuto trasferendomi (per qualche anno) là dove Svizzera e Germania si toccano.
Acquistato durante la mia esperienza in terra elvetica, quando il nostro ventunesimo secolo ancora non aveva incontrato il significato della parola pandemia, il libro della Stahl rappresenta per me la presa consapevole di voler andare a fondo nel processo di introspezione e nel lavoro su di sè (Loredana direbbe che so farlo bene, con tutti i miei valori Scorpione – ndE).
Al di là del suo valido contenuto, sono quindi ad esso legato anche per ragioni affettive: se mi consenti una metafora fumettistica, questo manuale è stato per me come la «numero uno» di Paperon de’ Paperoni.
L’inizio di una ricchezza interiore.
· Perché te ne parlo?
Tra i libri che ho letto relativi alla cura del proprio bambino interiore, questo è a mio parere sia il più completo che il più chiaro nell’esposizione.
L’autrice, psicoterapeuta tedesca, affronta tematiche delicate con la preparazione accademica che le compete, usando anche particolare tatto e (lo ribadisco) chiarezza espositiva: ancora oggi, quando lo prendo tra le mani per rileggerne alcuni passaggi, trovo illuminante quanto sia profondo e, al contempo, accessibile anche a chi non abbia particolare competenze nel campo.
Oltre che illuminante, il testo sa esser arricchente nella misura in cui è in grado di fornirti un vero e proprio metodo per dar la mano al tuo bambino (bambina) interiore: se l’argomento è di tuo interesse, molto probabilmente vedrai le quasi trecento pagine scivolare via fluidamente, quando ne comincerai la lettura (a me è successo proprio così).
Poi, se quando lo avrai letto sentissi di volerne approfondire alcuni passaggi, potresti trovare in me, come Consulente Relazionale, un compagno di viaggio.
(Dimenticavo: la versione italiana è stata prima tradotta quasi letteralmente come «Il bambino in te deve trovare casa» e poi, in altra edizione, come «Chi ha spento la luce? Illumina e guarisci il tuo bambino interiore e ritrova autostima, fiducia e relazioni felici» – traduzione quest’ultima che rende poco onore al testo, a mio parere).

 

· «Donne che corrono coi lupi» – Clarissa Pinkola Estés (Loredana)
Un libro che tutte le donne (ma anche gli uomini) dovrebbero leggere, diventato ormai un testo-culto.
L’autrice (scrittrice, poetessa e psicanalista junghiana) riprende alcune famose favole ed altri importanti miti provenienti da svariate tradizioni popolari, per sviluppare una tematica particolare: quella della «Donna Selvaggia» la quale altro non è che una forza psichica interiore, estremamente potente ed istintuale, anche molto creativa ma “castrata” nel tempo da paure, insicurezze e stereotipi; un’energia atta ad accompagnare nel ricontatto con la propria Natura Selvaggia ovvero primordiale e quindi autentica.
Il profondo lavoro dell’autrice, incentrato su una processo di psicanalisi al femminile, aiuta a capire chi si è davvero, a liberarsi da quei vincoli e condizionamenti che non hanno permesso di ascoltare i propri bisogni ma soprattutto insegna a «correre» con il proprio Sé Interiore.
· Perché te ne parlo?
Quando provai a leggerlo per la prima volta (ero veramente giovane) mi bloccai e sospesi la lettura alla prima parte (un po’ più didascalica).
Negli anni a seguire (in corrispondenza della presa di coscienza dei miei primi malesseri esistenziali) lo ripresi sicura che avrebbe avuto qualcosa da dirmi; ebbene, fu una vera e propria rivelazione!
Ho rivisto i miei timori, le mie insicurezze, la mia frustrazione e soprattutto ho realizzato quanto mi fossi allontanata dalla mia Essenza per conformarmi ad una vita quotidiana non soddisfacente e poco autentica.
In sintesi, è stato uno dei testi basilari all’avvio di un processo, ancora in atto, relativo alla mia crescita personale.
Aggiungo infine che, da amante quale sono dei linguaggi simbolici, fare un lavoro di introspezione attraverso le favole mi ha stimolata parecchio; inoltre, mi ha permesso di ritrovare quella Bambina Interiore che ha tanto da raccontare…

 

· «Il coraggio di non piacere» – Ichiro Kishimi e Fumitake Koga (Enrico)
Un titolo a mio parere piuttosto accattivante, che getta immediatamente luce su una tematica abbastanza comune quando si affrontano percorsi di crescita personale: avere il coraggio di essere se stessi sottintende avere il coraggio di non piacere agli altri.
Il testo ha un numero di pagine molto simile a quello della Stephanie Stahl che ti ho consigliato sopra e, come nel caso precedente, la lettura scorre via in modo molto fluido: ad aiutare in questo caso è in particolare la modalità con cui è strutturato il libro, scritto interamente sotto forma di dialogo tra un giovane ed un filosofo (tanto desideroso di conoscenza il primo, quanto paziente e disponibile nella risposta il secondo).
· Perché te ne parlo?
Oltre a quanto detto sopra, cioè che la tematica sia abbastanza comune nei percorsi di crescita personale, il motivo principale per cui te ne parlo riguarda la sua capacità di trasmettere con semplicità, a chi lo legga, quasi tutti gli elementi chiave del pensiero Adleriano.
Ti confesso che sento il pensiero di Alfred Adler (psichiatra e piscoterapeuta austriaco vissuto a cavallo tra ottocento e novecento) molto affine al mio: al di là  del fatto che un testo che tratti della filosofia di Adler abbia già, in partenza, conquistato una fetta del mio interesse, l’opera in questione ha tra i suoi punti di forza il modo in cui sa coinvolgere il lettore, trascinandolo letteralmente nella lettura dopo avergli fatto vestire i panni del giovane o del filosofo, a seconda dei casi.
Riprendendolo ora in mano, anche al netto della mia ammirazione nei confronti di Adler, riconosco quanto il libro scorra fluido e leggero e, con stupefacente semplicità, riesca a veicolare in modo chiaro e lampante i punti cardini della filosofia Adleriana: la teleologia, la differenza tra senso (Minderwertigkeitsgefühl) e complesso di inferiorità, il Gemeinschaftsgefühl (senso di comunità), la divisione dei compiti tra relazioni orizzontali e lo stile di vita, solo per citarne alcuni.
Possibile tu possa trovare particolarmente solleticanti la curiosità e l’interesse del giovane, nel suo approcciarsi al filosofo con domande talvolta incalzanti, mosse dall’ardente desiderio di conoscenza sul mondo delle relazioni: lo siamo stati entrambi, quel giovane?
Possibile, infine, tu possa trovare particolarmente illuminanti le risposte del filosofo e, come accaduto al sottoscritto, innamorarti e sposare il pensiero di Adler: un pensiero che, nonostante ci arrivi da un secolo fa, è quanto mai attuale nel suo andare al cuore dell’agire umano.

 

· «Conversazioni con Dio» (libro primo, libro secondo, libro terzo) – Neale Donald Walsch (Loredana)
Una trilogia, caposaldo della spiritualità.
L’autore, partendo dalla sua tanto affascinante quanto razionalmente incomprensibile esperienza, esplicita un dialogo con Dio (avvenuto realmente dopo un pesante periodo personale) fatto di domande e risposte sui grandi quesiti esistenziali che l’essere umano si pone da sempre: «chi siamo?», «esiste l’aldilà?» «perché c’è il dolore?», ed altre ancora.
· Perché te ne parlo?
Un testo che ha saputo infondere in me un gran senso di pace soprattutto perché ho trovato risposte che in un certo senso vibravano già in me, come se le avessi conosciute da sempre.
È un libro che si legge piacevolmente, molto scorrevole ed a tratti ironico; un saggio estremamente spirituale che non ha nulla di religioso, proprio perché sviluppa tematiche che stanno a cuore a tutti noi.
Credo che l’emozione che nasca da questa lettura (e così è stato per me) sia un profondo senso di fiducia nella vita: la consapevolezza che non siamo soli e che tutto abbia un senso.

 

· «ABC Gestalt: Manuale pratico per psicoterapeuti e counselor» – Mariano Pizzimenti e Luca Rivetti (Enrico)
Rispetto agli altri due testi che ti ho suggerito in precedenza, l’«ABC della Gestalt» appare come il più tecnico: per questo, come suggerisce anche il sottotitolo del libro stesso, mi sento di consigliarlo per lo più a chi abbia già cominciato una scuola di Counseling ad approccio Gestaltico.
Il fatto che usi una terminologia maggiormente «di settore» rispetto ai testi precedenti è del tutto comprensibile, considerato che il testo si propone proprio di essere una sorta di manuale consultabile in quella fase di passaggio tra la fine della formazione e l’inizio dell’attività professionale.
Nonostante questa sua natura comprensibilmente più tecnica, il libro si lascia leggere con piacere anche per la modalità con cui è stato pensato e scritto: similmente a quanto hai letto in merito a «Il coraggio di non piacere», anche l’«ABC Gestalt» è redatto in forma di dialogo tra due parti (o, per meglio dire in questo caso, di intervista).
Le due parti in questione sono quelle «dell’intervistatore» Luca Rivetti (counselor ad indirizzo gestaltico) e «dell’intervistato» Mariano Pizzimenti (psicoterapeuta della Gestalt nonché fondatore e direttore della scuola Gestalt di Torino).
· Perché te ne parlo?
Se sei al termine della formazione e desideri muovere i primi passi come professionista, il libro in questione contribuisce a rendere questo passaggio ancor più graduale e fluido, dissipando eventuali «dubbi dell’ultimo minuto» e rendendo ancor più concreti e fruibili diversi concetti teorici che avrai incontrato in formazione.
Secondo il sottoscritto, infatti, la filosofia della Gestalt porta con sé concetti che potrebbero risultare poco concreti se segregati nel mondo della teoria e della mera definizione concettuale, senza essere calati nella relazione che accade qui ed ora, tra me e te, quando il mio mondo tocca il tuo (che è poi il campo in cui la Gestalt si muove): proprio questo fa il manuale in questione, calando nel concreto il ciclo di contatto (con tutte le sue possibili interruzioni), l’approccio simpatico, il transfert ed il processo di identificazione con le parti (ad esempio, nel lavoro sui sogni).
Il libro però non si ferma qui e, mantenendo un approccio piuttosto pratico, entra in tutte quelle eventualità che possono accadere nel rapporto con il Cliente: la gestione del primo contatto, dei ritardi o dei mancati pagamenti, dell’eventualità di un’attrazione o della chiusura del rapporto professionale, giunti all’«ultima sessione».
Anche se ho incontrato Mariano Pizzimenti solo nell’ambito di seminari post-formazione, considero questo testo come il regalo di un insegnante che (terminata la formazione) voglia simbolicamente autorizzarti a camminare in autonomia, da ora in poi.
Questo, ovviamente, dopo che avrai saputo in questo processo autorizzare te stesso, te stessa.
👉 (P.S: se cerchi qualche suggerimento per la tua prima sessione di Counseling, prova anche a guardare questo video qui!).

 

· «Officina Alkemica» l’Alchimia come Via per la felicità incondizionata – Salvatore Brizzi (Loredana)
Un testo indispensabile per chi sia interessato a fare un “lavoro su di Sé”.
È un libro che permette di capire, in modo accessibile a tutti, come la via alchemica possa rivelarsi un buon cammino di crescita personale, percorso fatto di trasmutazione, nella pratica quotidiana, delle proprie emozioni ed azioni più basse in quelle corrispondenti più elevate.
«Perché soffriamo?» Gli antichi insegnamenti dell’Alchimia rispondono in questo modo: «soffriamo perché non vediamo la realtà».
Ecco, è questo un testo che permette di comprendere quanto sia fondamentale uscire dalla personalità e dall’ego, quasi sempre ingannevoli, e smettere di delegare il nostro benessere agli eventi esterni.
· Perché te ne parlo?
I libri di Salvatore Brizzi sono arrivati nella mia vita in corrispondenza della presa di coscienza che dovevo compiere un’azione diversa e responsabile per cominciare a cambiare; questo è a mio avviso quello, tra i tanti scritti dall’autore, dal quale partire.
Un testo talvolta scomodo poiché ci mette di fronte alle nostre debolezze ma, al contempo, trascinante perché fa capire che siamo molto di più di una semplice “macchina biologica” ed abbiamo tutti gli strumenti per poter trasformare consapevolmente il nostro quotidiano.
Un libro secondo me da rileggere, più e più volte nel corso degli anni, per capire a che punto del cammino di crescita interiore siamo ed eventualmente “tarare il tiro” per ripartire più centrati.

👉 Qualche testo tra quelli suggeriti ti ha colpito particolarmente? Desidereresti leggere articoli simili in futuro?
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Buona lettura e buon cammino di crescita,