Ci sono situazioni nelle quali qualcuno si rivolge a te con tono arrabbiato, senza che tu abbia fatto consapevolmente nulla per causare quel suo stato d’animo: è chiaro che in tali circostanze la tua parte logica già sappia che quella rabbia non sia realmente indirizzata a te ma, al contempo, la tua parte emotiva ne è inevitabilmente toccata, scossa.
Forse, talvolta, anche ferita. 💔
(Siamo umani, in fondo).
Come fare, allora, affinché la logica consapevolezza che già possiedi (ovvero “quella rabbia non è realmente indirizzata a me”) vada a sostenere anche la tua parte emotiva?
Mi viene in mente una sequenza che può esser d’aiuto: tratta dal primo film Matrix, ritrae il protagonista Neo intento a fermare in aria dei proiettili che stavano andando nella sua direzione. Neo ne osserva uno da vicino, lo scruta, poi li lascia cadere tutti.
Lasciando da parte la reale trama di Matrix ti chiedo ora, con un po’ di fantasia, di immaginare Neo a soffermarsi su quel singolo proiettile con la profonda consapevolezza che quegli spari non siano realmente indirizzati a lui: ed in quel momento, come per magia, tutti i proiettili cadono a terra.
Sostituendo nella metafora i proiettili con le parole di rabbia che tu non meriti, quello che fa Neo in Matrix è la stessa cosa che può esser utile far anche a te nelle situazioni di cui hai letto ad inizio articolo: fai un respiro profondo, inspira consapevolezza, sii presente in quel momento e ferma quelle parole prima che ti tocchino.
Osservale con un po’ di distacco, poi pensa “questa rabbia non è per me”: non ne sono io la causa o la destinazione.
E in quel momento, come per magia, quelle parole aggressive cadono a terra.
Quella qui sopra è una breve ma profonda esperienza di meditazione immaginativa che può aiutarti a proteggere il tuo lato emotivo. A supporto della tua parte più razionale, inoltre, ti dico che spesso è proprio così: a meno che tu non abbia consapevolmente fatto qualcosa per irritare l’altra persona, capita che le persone si arrabbino con te per motivi loro.
Questi motivi possono essere, ad esempio:
- 1. nel caso più semplice, la persona ha di recente vissuto eventi stressanti e sta sfogando la tensione accumulata
- 2. la persona ha paura e, mossa dalla paura, reagisce attaccando per prima
- 3. la persona ha aspettative unilaterali su di te, cioè ha dei bisogni che non ha esplicitamente espresso e si aspetta tu sappia telepaticamente intuirli e soddisfarli
- 4. la persona proietta su di te il comportamento di altri che, in passato, l’han fatta arrabbiare
- 5. tu, nel tuo esser semplicemente te stesso/a, lei stai facendo vedere parti di lei che ha rinnegato o che non riesce a riconoscere, integrare
Ora che hai letto nel concreto quante possono essere le situazioni in cui qualcuno sia arrabbiato con te senza che tu abbia consapevolmente fatto nulla, ricorda Neo in Matrix: respira, ferma quelle parole prima che ti tocchino o scuotano emotivamente, guardale come lui guardava il proiettile e riconosci che non siano realmente indirizzate a te.
Poi, come per magia, lasciale cadere.
Potrai così vedere l’altra persona nella sua fragile umanità e, con umanità, andarle incontro. 💛🧡
[Questo ed altro ancora puoi visualizzare concretamente (ed ascoltare) nel video 🎥 che trovi in apertura d’articolo: buona visione!]
Nota: articolo originale pubblicato qui.